Baudouin et Fabiola de Belgique
Jean-Luc Moens
Il 29 settembre 2024, al termine della sua visita in Belgio, papa Francesco ha colto tutti di sorpresa annunciando, al termine della messa celebrata all'Heysel, l'apertura del processo di beatificazione del re Baldovino. Il Papa ha sottolineato con forza il coraggio e l'eroismo del re che si è rifiutato di firmare la legge che liberalizzava l'aborto. Questo è certamente un segno della sua santità. Ma non è l'unico, come vedremo.
Baldovino è figlio del re Leopoldo III e della regina Astrid. Ha avuto un’infanzia particolarmente difficile. Ha perso la madre a 4 anni in un incidente stradale. Durante la guerra è stato esiliato in Austria con suo padre. Alla fine della guerra, suo padre, che lui ama teneramente, è stato molto criticato per il suo atteggiamento durante la guerra e alla fine è stato costretto ad abdicare. Baldovino è salito al trono a 21 anni, il 17 luglio 1951. A quel tempo era chiamato il “re triste” perché sorrideva poco.
In seguito confidò di aver avuto un incontro personale e decisivo con Gesù all’età di 18 anni. Scoprì – cito testualmente – “l’amore folle, inimmaginabile ma molto concreto” di Gesù per lui. È ciò che mi piace chiamare “un’effusione d’amore”. Questo evento segnerà tutta la vita del re Baldovino: è l’inizio della sua vita spirituale che andrà crescendo.
Un incontro decisivo
Nel 1960, il re incontra Veronica O’Brien (servitrice di Dio), fondatrice della Legione di Maria in Francia e in diversi paesi europei, che assiste monsignor Suenens nei progetti di evangelizzazione. Il feeling è immediato. Il primo incontro dura 5 ore! Durante questa prima conversazione, il re spiega la sua preoccupazione di dover trovare una moglie. Veronica, che è una donna eccezionale e veramente mossa dallo Spirito Santo, propone al re di cercare per lui – nel massimo segreto – questa moglie. Baldovino le suggerisce la Spagna e lei parte immediatamente. A seguito di circostanze rocambolesche, Veronica incontra Fabiola de Mora y Aragon. Ha l’intuizione che sia la persona giusta. Fabiola proviene da una famiglia dell’alta società spagnola ed è una cristiana fervente, condizione che Baldovino aveva posto per la ricerca della sua sposa. Superando varie resistenze, comprese quelle della stessa Fabiola, riesce a organizzare un primo incontro segreto tra Baldovino e Fabiola. Entrambi sono commossi, ed è a Lourdes – quindi presso Maria – che il re chiede la mano di Fabiola. Da quel momento, l’amore tra Baldovino e Fabiola non farà che crescere. Dagli appunti personali del re si evince quanto egli ami Fabiola e quanto la ammiri per il modo in cui assume il difficile ruolo di regina con tutti gli obblighi che ne derivano. Da parte sua, Fabiola, che è così legata alla Spagna, si dedicherà senza riserve al suo nuovo Paese. Rivolgendosi al popolo belga, dichiara: «D’ora in poi, il mio cuore e la mia vita appartengono non solo a mio marito, ma a tutti voi». Il matrimonio viene celebrato il 15 dicembre 1960.
Veronica O’Brien interrompe tutte le sue attività nella Legione di Maria e si rende disponibile come consigliera spirituale di Baldovino, che ripone in lei grande fiducia. È Veronica a consigliare a Baldovino di iniziare a tenere un diario personale, che oggi ci permette di avere una certa visione della sua vita spirituale. Nel 1991 il re confida al suo diario, parlando di Veronica, che chiama con il suo pseudonimo Grace: «43 anni fa ti ho chiesto, Signore, di mandarmi una santa che mi guidasse nella mia vita spirituale e mi formasse. Dodici anni dopo, Grace entrò nella mia vita vestita di verde (allusione alle origini irlandesi di Veronica). In quel momento mi ricordasti la mia preghiera di quando avevo 18 anni».
La prova della sterilità
Per tutta la vita, Baudouin e Fabiola sono stati una coppia molto innamorata. Tutta la Belgio è stata testimone del loro amore coniugale, che si manifestava anche in pubblico con piccoli gesti di complicità e tenerezza.
Per una coppia reale, avere una discendenza è una cosa molto importante: occorre un successore al trono. Purtroppo, le cose non andranno come sperato dalla coppia. Fabiola ha un primo aborto spontaneo nel 1961 e un secondo nel 1962. Baldovino e Fabiola non esitano a rivolgersi al cielo: si recano in pellegrinaggio a Compostela, Lourdes e Assisi per ottenere la grazia di un figlio. Ma è tutto inutile. La regina confesserà in seguito di aver avuto cinque aborti spontanei. Una prova terribile, tanto più che la coppia reale ama molto i bambini. Una prova anche per la monarchia: il successore di Baldovino non sarà un figlio suo.
In risposta a questa prova, Baldovino e Fabiola riversano tutto il loro amore genitoriale sui figli degli altri. Il re lo dirà esplicitamente nel 1979, mentre un migliaio di bambini visitano il palazzo reale: «Sapete che non abbiamo figli. Ci siamo interrogati sul senso di questa sofferenza: a poco a poco, abbiamo capito che il nostro cuore era più libero di amare tutti i bambini, assolutamente tutti i bambini».
La questione dell’aborto
Ciò che rese famoso il re Baldovino nel mondo cattolico fu la sua decisione di non firmare la legge che liberalizzava l’aborto. In Belgio, il re non governa, ma deve firmare tutte le leggi votate dal parlamento affinché possano essere promulgate.
Chiaramente, il re sentiva che stava arrivando il momento in cui avrebbe dovuto prendere posizione. Nel 1989 scrive nel suo diario: «La morsa si stringe sul problema dell’aborto… Tutto questo, mio Dio, mi costringe a cercare sostegno solo in te».
È una situazione estremamente difficile. Nel suo diario afferma esplicitamente che si tratta di una scelta personale, dettata dalla sua coscienza, senza l’intervento di terzi. Rifiutandosi di firmare, Baldovino metteva in pericolo il suo trono e l’intero sistema monarchico belga. Il primo ministro dovette trovare un espediente per uscire dalla crisi: dichiarò il re incapace di regnare per un giorno, firmò lui stesso la legge, poi il parlamento riabilitò il re. Si trattò di una manovra politicamente rischiosa che avrebbe potuto portare alla caduta della monarchia costituzionale in Belgio.
Si pensa spesso che siano stati motivi religiosi a impedire al re di firmare questa legge. C’è del vero. Egli scrive infatti nel suo diario a proposito del suo rifiuto di firmare: «Se non l’avessi fatto, sarei stato male per tutta la vita per aver tradito il Signore». Ma la sua fede non spiega tutto. Non bisogna dimenticare altri elementi. Il fatto che la coppia reale desiderasse così tanto avere figli e si trovasse nella situazione di legalizzare un atto che andava contro il loro desiderio. E il punto essenziale che ha influito sulla decisione di Baldovino è la sua concezione del mestiere di re. In quanto re, Baldovino ritiene di dover difendere tutti i suoi sudditi e soprattutto i più deboli. Questo spiega la sua coraggiosa decisione. Non disse forse: «Perché dovrei essere l’unico a non poter seguire la mia coscienza?» Riteneva di non poter firmare un atto che avrebbe permesso di eliminare i più deboli tra i suoi sudditi: i bambini non ancora nati.
L’amore per i poveri
La santità di Baldovino non si limitò al suo eroico gesto contro l’aborto. Lui e Fabiola dimostrarono sempre grande carità e compassione verso i deboli, i poveri e i sofferenti. Gli esempi sono numerosissimi. Un giorno, Baldovino donò il suo cappotto a un’anziana signora che aveva perso tutto nelle inondazioni che avevano devastato la sua casa. Nel suo diario, il re annotò: «Grazie, Signore, per avermi permesso di darti questa giacca per coprirti e riscaldarti». Un’altra volta, Fabiola rifiutò di indietreggiare di fronte al pericolo di una frana che aveva spazzato via diverse case. Dice al servizio di sicurezza: «Il re ed io ce ne andremo proprio quando non ci sarà più pericolo».
Quando il governo belga vuole fare un regalo al re per il venticinquesimo anniversario della sua ascesa al trono, Baldovino chiede che sia un regalo per gli altri, e così viene creata la Fondazione Re Baldovino, che ancora oggi continua ad aiutare i più bisognosi.
Il re e la regina vogliono essere vicini alle sofferenze del loro popolo. Quando il re apprende da un articolo di giornale la situazione disastrosa delle donne filippine sfruttate sessualmente, chiede di recarsi sul posto in incognito per incontrare alcune di queste donne sconvolte. Una di loro testimonierà al suo funerale.
La vita spirituale
Re Baldovino è un uomo di preghiera. Lo si vede nel suo diario intimo, dove parla con semplicità a Dio. Per tutta la vita ha avuto la grazia di partecipare all’Eucaristia quotidiana (la mattina presto), anche durante i suoi viaggi ufficiali, quando chiedeva a un sacerdote locale di venire a celebrare la messa. I dipendenti del palazzo erano i benvenuti alla sua messa, se lo desideravano.
Desiderava anche vivere in preghiera continua e faceva suonare il suo orologio ogni ora per ricordarsi di rivolgersi a Dio, anche solo per un istante. Amava rimanere in silenzio davanti al Santissimo Sacramento.
Baudouin e Fabiola erano anche vicini al Rinnovamento Carismatico Cattolico, grazie all’influenza di Veronica O’Brien e del cardinale Suenens. Hanno partecipato in incognito al famoso pellegrinaggio dei carismatici a Roma nel 1975. Erano nella Basilica di San Pietro quando Papa Paolo VI pronunciò la sua famosa frase: «Il Rinnovamento è un’opportunità per la Chiesa». »
Il re scrive ad esempio nel suo diario nel 1984: « Credo davvero che questa grazia del Rinnovamento sia per tutta la Chiesa, per tutti i movimenti nella Chiesa, per ciascuno di noi. Ma è una grazia che va ricevuta ogni giorno di nuovo. » Il re non è però un uomo di una sola cappella. È vicino anche ad altre realtà ecclesiali, come il movimento dei Focolari.
La morte improvvisa
Re Baldovino ha avuto numerosi problemi di salute, in particolare disturbi cardiaci e forti dolori alla schiena. Ha subito un intervento a cuore aperto. Questo gli ha causato molte sofferenze, che offriva al Signore, e anche molte preoccupazioni. Si rivolge alla Santa Vergine: «Insegnami, Mamma, ad accettare e ad amare la mia debolezza, ad assumermi totalmente ». Non si sente in grado di svolgere adeguatamente il suo mestiere di re, un mestiere difficile in un Belgio in piena riforma istituzionale che porterà alla federalizzazione del Paese. Ma, in ogni cosa, vuole affidarsi a Gesù e a Maria: «Gesù, […] il minimo sforzo mi lascia senza fiato. Dormo male e spesso sono tormentato da emicranie. Ma Gesù, so anche che sei tu il vero riposo e in meno di un secondo puoi darmi più forza di quanta ne abbia mai avuta. Dolce Madre, insegnami a dire grazie a Gesù, sempre e ovunque . »
Re Baldovino muore improvvisamente il 31 luglio 1993 a Motril, nella sua casa di vacanza in Spagna, stroncato da un infarto. L’emozione è immensa. Il funerale è una celebrazione della resurrezione. Fabiola è vestita di bianco. Il cardinale Danneels nella sua omelia parla del re pastore che ora è un intercessore per il suo paese.
Conclusione
Fabiola, dal canto suo, muore dopo 21 anni di vedovanza il 12 dicembre 2014.
Baldovino e Fabiola hanno vissuto il loro matrimonio e il loro dovere di sovrani con il desiderio della santità. Per farlo, si sono affidati alla preghiera, alla frequenza dell’Eucaristia, alla devozione alla Vergine Maria, all’apertura all’azione dello Spirito Santo. Ecco la preghiera del re Baldovino per diventare santo:
«Insegnami, Gesù, ad essere con le persone che incontrerò ciò che tu vuoi che io sia: un testimone del tuo amore per gli uomini. […] Spirito Santo, non mi abbandonare, ti prego. Sii la mia forza, la mia saggezza, la mia prudenza, il mio umorismo, il mio coraggio, la mia dialettica. […] Gesù, ti prego, aiutami a mantenere la rotta, sempre e in ogni momento, su di te».
Credo che re Baldovino faccia parte di quella stirpe di principi cattolici che hanno raggiunto la santità nel difficile mestiere di re. Avevamo modelli antichi come san Luigi di Francia, san Stefano d’Ungheria o san Enrico del Sacro Romano Impero. Il Signore ci offre oggi un esempio contemporaneo che dimostra che la santità è una chiamata per tutti, comprese le persone il cui lavoro è quello di governarci.
