Serva di Dio, Chiara Corbella Petrillo
Maria Adelaide Ricciardi e Alessandro Bozzetti
Chiara Corbella Petrillo, giovane Romana nata nel 1984, incontra Enrico nell’agosto 2002 a Medjugorje, durante un pellegrinaggio. Lei ha diciotto anni, lui ventitré. Fin da subito Chiara intuisce che quel ragazzo sarà suo marito. Tornati a Roma, iniziano a frequentarsi e si fidanzano. Il loro rapporto attraversa momenti difficili, caratterizzati da incomprensioni e crisi che portano anche a una separazione temporanea. In questo periodo Chiara partecipa a un corso vocazionale ad Assisi, dove ritrova la fede e la consapevolezza che la sua vita appartiene a Dio. Solo dopo aver accettato pienamente questo disegno, il loro amore trova stabilità.
Il 21 settembre 2008 Chiara ed Enrico si sposano ad Assisi, guidati spiritualmente da padre Vito. Poco dopo il matrimonio, Chiara rimane incinta, ma la bambina che porta in grembo, Maria Grazia Letizia, è affetta da anencefalia. Nonostante la diagnosi infausta, i coniugi decidono di portare avanti la gravidanza, accogliendo la vita come dono. La piccola nasce il 10 giugno 2009 e vive per circa mezz’ora, tempo sufficiente per ricevere il Battesimo e per essere amata intensamente. Il dolore si trasforma in una profonda pace, segno della fede che li sostiene.
Un anno dopo, Chiara è di nuovo incinta. Anche il secondo figlio, Davide Giovanni, presenta una grave malformazione. Come la prima volta, i genitori scelgono di accogliere la vita senza riserve. Davide nasce il 24 giugno 2010 e muore poco dopo. Anche questo lutto viene vissuto come una festa, nella certezza che i loro figli sono ora in Paradiso.
Dopo queste prove, Chiara resta nuovamente incinta: nel 2011 aspetta Francesco. Durante la gravidanza scopre di avere una lesione alla lingua, che si rivela essere un carcinoma. Chiara decide di rimandare le cure per proteggere il bambino, scegliendo la vita di suo figlio sopra la propria. Francesco nasce sano il 30 maggio 2011. Subito dopo il parto, Chiara si sottopone all’intervento e alle cure, ma il tumore si diffonde rapidamente ai linfonodi, ai polmoni, al fegato e all’occhio.
Nonostante la malattia avanzata, Chiara affronta la sofferenza con serenità e fiducia in Dio, testimoniando una gioia profonda anche nel dolore. Nell’aprile 2012 scopre di essere malata terminale e trascorre gli ultimi mesi in preghiera, accanto al marito, nella casa di famiglia vicino al mare. Muore il 13 giugno 2012, a soli 28 anni, dopo aver salutato tutti con un sorriso e con le parole: “Ti voglio bene”. Il suo funerale, come quelli dei suoi figli, diventa una celebrazione della vita eterna e della fede incrollabile che ha guidato ogni sua scelta.
La preparazione all’incontro con “Lo Sposo”
Abbiamo conosciuto Chiara ed Enrico per la prima volta ad una raccolta viveri in parrocchia. In cinta, bellissima, luminosa, con il fodero del suo violino sulle spalle. Vedendo una pancia così bella non potevo chiaramente evitare di chiedere a quando il lieto evento e se fosse maschio o femmina. Lei mi disse che era femmina e che mancava qualche mese. Qualche giorno dopo seppi qualcosa in più di quella gravidanza.
Avevamo notizie della nascita di Maria Grazie Letizia e di Davide Giovanni un po’ da lontano, attraverso i racconti degli amici, ma dopo la notizia della ciste alla lingua iniziammo a frequentare più da vicino Chiara ed Enrico.
Abbiamo seguito nella preghiera il parto di Francesco e il giorno dopo il parto sono andata a trovarli in ospedale. Sono entrata in stanza e Francesco stava tranquillo nella culletta. Mi sono commossa tanto nel vederli insieme e ho chiesto a Chiara se fosse felice, e lei mi ha dice “si, stanotte quando mi sono svegliata non mi sembrava vero che francesco stessa ancora qui, vicino a me!” Ho chiesto notizie dell’intervento che avrebbe affrontato il giorno dopo, dell’allattamento, e Chiara rispondeva con serenità.
Il post operatorio fu molto doloroso, Chiara passò una notte molto complicata. Al mattino dopo Enrico ai piedi del letto iniziò a leggerle dalle Fonti Francescane il brano sulla Perfetta Letizia, e Chiara fu molto confortata e confermata nella Fede da quel risveglio.
Noi amici intanto recitavamo insieme il rosario ogni settimana, nelle nostre case, a turno. A volte Chiara non riusciva a esserci per i dolori dovuti alle terapie.
Cresceva in tutti noi desiderio di tornare insieme ai piedi di Maria, a Mejugorie, pieni di domande nel cuore, per chiedere la Grazia per Chiara e con Chiara ed Enrico. Quando Chiara ed Enrico ci dissero che volevano andare a Mejugorie, sembrava tutto molto complicato, Chiara non stava bene e certo un viaggio non sembrava la cosa più adatta.
Il viaggio invece si rivelò una Grazia per tutti. Non c’erano formule per chiedere un miracolo, ma capimmo che la Grazia era già lì: nel vivere insieme quella fede semplice e profonda, nel vedere Chiara felice, capace di condividere con tante persone quel momento, sapendo che mancava poco.
La salita al Podbrdo fu un momento che non dimenticheremo. L’ultima sera consegnarono a tutti noi, più di 140 persone tra adulti e bambini, un rosario, ricordandoci che nell’Ave Maria si recita, “prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”. Il Signore cioè, insieme a Sua Madre ci consegna l’oggi come momento per chiedere la Grazia.
Dopo il viaggio, eravamo tornati con il cuore pieno, come da un matrimonio: sospesi tra Cielo e terra. Quando li ringraziammo per tutto, Enrico mi rispose con semplicità: “Ma noi non abbiamo fatto niente”.
L’incontro con “Lo Sposo”
Poi arrivò il 13 giugno 2012. Ci dissero che “mancava poco”, ci scrissero gli amici che erano con lei dicendo “attendiamo lo Sposo, con le lampade accesa”. Francesco aveva compiuto un anno il 30 maggio.
Chiara è nata in Cielo alle 12:00 del 13 giugno 2012.
Andammo a vederla e la trovammo nella camera che avevano allestito per lei, vestita da sposa, bellissima, come una promessa compiuta. Guardandola, capii che quel corpo aveva custodito un’anima già in Cielo. Accanto a lei, Enrico, sereno, come chi sa che l’amore non finisce.
Quella notte, mio marito Alessandro, dopo averla vegliata, mi disse al telefono: “Maide, che bello… voglio essere anch’io beato”. In quel momento ho capito che Chiara stava portando tutti noi a fissare lo sguardo al Gesù Sposo. Lei era pronta certamente, e il suo vestito da sposa ne rappresentava l’immagine più bella e luminosa.
Chiara ed Enrico dicevano che la nascita al Cielo di Maria Grazie Letizia e Davide Giovanni li aveva preparati al Cielo. La loro vita di Sposi portava anche noi, che eravamo con loro, a guardare più in alto, a vedere oltre i loro sguardi, lo sguardo dell’Amato.
LETTERA AL FIGLIO FRANCESCO
Letta da Enrico Petrillo al termine del funerale di Chiara il 16 giugno 2012
“Pian della Carlotta 30.05.12
Carissimo Francy oggi compi un anno e ci chiedevamo cosa poterti regalare che potesse durarti negli anni e così abbiamo deciso di scriverti una lettera. Sei stato un dono grande nella nostra vita perché ci hai aiutato a guardare oltre i nostri limiti umani. Quando i medici volevano metterci paura, la tua vita così fragile ci dava la forza di andare avanti. Per quel poco che ho capito in questi anni posso solo dirti che l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio. Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo. Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna. Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente perché tuto è un dono. Come dice San Francesco il contrario dell’amore è il possesso! Noi abbiamo amato i tuoi fratelli Maria e Davide ed abbiamo amato te sapendo che non eravate nostri, che non eravate per noi e così deve essere tutto nella vita, tutto ciò che hai non ti appartiene mai perché è un dono che Dio ti fa perché tu possa farlo fruttare. Non scoraggiarti mai figlio mio, Dio non ti toglie mai nulla, se toglie è solo perché vuole donarti tanto di più. Grazie a Maria e Davide noi ci siamo innamorati di più della vita eterna ed abbiamo smesso di avere paura della morte, dunque Dio ci ha tolto, ma per donarci un cuore più grande ed aperto ad accogliere l’eternità già in questa vita. Ad Assisi mi ero innamorata della gioia dei frati e delle suore che vivevano credendo alla Provvidenza e allora ho chiesto anche io al Signore la Grazia di credere a questa Provvidenza di cui mi parlavano, di credere a questo Padre che non ti fa mai mancare niente e Fra Vito ci ha aiutato a camminare credendo a questa promessa: ci siamo sposati senza niente mettendo però Dio al primo posto e credendo all’amore che ci chiedeva questo grande passo. Non siamo rimasti mai delusi, abbiamo sempre avuto una casa e tanto di più di quello che ci occorreva! Tu ti chiami Francesco proprio perché S.Francesco ci ha cambiato la vita e speriamo che possa essere un esempio anche per te… è bello avere degli esempi di vita che ti ricordano che si può pretendere il massimo della felicità già qui su questa terra con Dio come guida. Sappiamo che sei speciale e che hai una missione grande, il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire se gli aprirai il cuore… Fidati ne vale la pena!
Mamma Chiara e papà Enrico”
